La Democrazia in Europa. Commenti a margine dell’ultimo libro del prof. Monti

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L’ultima fatica editoriale del prof.Monti, scritta a quattro mani con l’eurodeputata Sylvie Goulard, ci consegna una visione lucida dello stato attuale, in termini di salute, immagine ed efficienza, delle istituzioni europee, ma non solo. Il volume può essere letto trasversalmente come rappresentazione della visione democratica degli autori o, se preferiamo, dell’impegno ontologico del prof.Monti relativamente alla parola “democrazia”. Infatti, sebbene lo studio si focalizzi principalmente sulle istituzioni europee e di come esse riescano (o non riescano!) a incarnare efficacemente i principi delle democrazie moderne, in esso si possono rintracciare alcuni temi di fondo, che per comodità ho diviso in tre aree:

 

1. Elementi essenziali della democrazia

Pur non avendo un carattere sistematico, dal saggio emergono alcuni degli elementiche per gli autori sembrano essere essenziali all’istituto democratico. Il primo è quello che, mutuando le parole di Toqueville, si può definire “eguaglianza delle condizioni”, che è qualcosa di più del semplice criterio di rappresentatività perché include e sussume il concetto di equità.

Il secondo è rappresentato dall’aforisma secondo cui “il confronto delle idee è il sigillo della democrazia”. Ciò suggerisce che alla base stessa del sistema vi sia l’idea che le decisioni siano frutto di argomentazioni, cioè il naturale esito di un momento dialettico.

Accanto a questi due elementi fondamentali ne emerge un altro di carattere sussidiario ma non per questo meno importante, e cioè il concetto di “accountability”, termine che difficilmente può passare in italiano col veicolo di una traduzione e che riassume in sé l’idea che gli esecutivi debbano render conto del proprio operato ad un soggetto terzo e possano, in conseguenza del giudizio che ne segue, essere sanzionati o addirittura allontanati dal potere.

 

2. Problemi della democrazia

Nessuna forma di governo è perfetta, e il prof. Monti è estremamente lucido nel delineare i principali problemi delle democrazie moderne. Questi sono principalmente tre:

  • Tirannia del breve termine, ossia l’azione dei governi programmata sulla base degli orizzonti elettorali e non sui cicli di medio e lungo periodo, anche quando sono necessarie politiche di vasti orizzonti temporali. Una delle citazioni più usate dal professore è infatti quella di De Gasperi che recita: «il politico guarda alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni»
  • Individualismo/materialismo, cioè l’arroccamento dell’establishment politico e burocratico (ma non solo) su posizioni di privilegio o di potere che paralizzano ogni azione riformatrice
  • Ambiguità della politicizzazione, vale a dire la tendenza della classe politica e del sistema dei partiti in generale a compiacere il proprio elettorato indipendentemente da quale sia la soluzione più corretta dei problemi.

Oltre a questi tre problemi, sui quali il saggio si sofferma estesamente, il prof.Monti cita un altro aspetto della democrazia che può essere motivo di altre incomprensioni, quello cioè secondo cui «il concetto di democrazia rimanda ancor oggi, forse più che mai, all’ideale di una perequazione delle condizioni economiche e sociali» (p.79). Purtroppo il saggio non sviluppa questo punto, lasciando al lettore trarre le conseguenze di questa affermazione.

 

3. Possibili sviluppi e nuovi scenari

Inquadrati i caratteri essenziali dell’istituto democratico ed evidenziati i suoi problemi non resta che proporre soluzioni e scenari futuri, e il saggio lo fa per l’ambito europeo ove «gli europei sono chiamati a inventare una nuova forma di democrazia, a ridefinire il loro modello di società» (p.137). Al di là dei vari casi concreti esaminati nell’ambito delle istituzioni europee, mi preme qui sottolineare alcuni aspetti di fondo. Uno di questi è il non dare per scontati alcuni elementi della dottrina democratica classica come la divisione dei poteri sicché, ad esempio, non stupisce leggere che il fatto che il governo possa avere anche l’iniziativa legislativa «obbedisce a una logica sensata» (p.55).

Un’altra idea interessante è che il meccanismo, tipico dei sistemi anglosassoni, dei checks & balances, possa essere sviluppato su un livello sovra-nazionale, condizione che l’Italia sta iniziando a sperimentare in questi anni, in modo alquanto imperfetto, nella sua interazione con le istituzioni europee.

Soprattutto, l’idea portante che ho personalmente più apprezzato, è una certa franchezza nell’esporre la necessità che la democrazia del terzo millennio si doti di nuovi strumenti: «è necessario conciliare politica e tecnocrazia senza sacrificare le esigenze del dibattito pubblico» (p.146), ovvero «non è certo demonizzando la competenza tecnica, bensì individuando l’interazione ottimale tra democrazia e tecnocrazia, che l’azione politica potrà trovare una migliore pertinenza temporale: la reattività nell’urgenza, l’anticipazione della durata» (p.32).

In una parola, il rapporto tra tecnocrazia e democrazia non deve essere visto su base antinomica, ma di complementarietà. In questo senso il saggio del prof.Monti apre nuovi ambiti di riflessione e suggerisce scenari inediti per l’articolazione strutturale delle istituzioni europee e degli stessi stati nazionali.

1 commento su “La Democrazia in Europa. Commenti a margine dell’ultimo libro del prof. Monti

  1. quello che intendeva dire e8 che la stiroa dimostra che i paesi europei hanno fatto grandi passi avanti solo quando erano in grandi crisi, purtroppo. Eh gie0, siamo persino arrivati a fare due guerre mondiali per riuscire ad evolverci un po’ socialmente.Quello che ha letteralmente detto, e8 che i paesi europei per fare i passi necessari a migliorare hanno bisogno di gravi crisi per costringere le politiche vigenti a fare mosse che, seppur impopolari, sono necessarie, e siccome sono impopolari, le varie politiche non appoveranno mai in tempi di “buona”, perche8 perderebbero voti.Monti e8 uno studioso e un insegnante, parla chiaro e dice le cose come stanno. E le cose stanno cosec, purtroppo.Ma se preferite un politico che invece di fare il suo dovere e di dire le cose come stanno continua a dire balle e a prendervi in giro… c’e8 ne8 giusto uno che se n’e8 appena andato… 😉

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