Ma quale Europa
Non credo che il voto appena concluso abbia qualcosa a che fare con l’Europa. La maggioranza degli italiani, infatti, non ha la minima idea di come funzioni l’UE, di quali siano i principali raggruppamenti del parlamento europeo, né di quali fossero nel dettaglio i programmi di politica europea dei partiti italiani. Si è piuttosto trattato, molto più prosaicamente, di un voto politico che nulla aveva a che fare con i contenuti e molto con la pancia. Renzi ha capito, infatti, che per raccogliere consenso i contenuti non servono, mentre è utile risultare simpatici, positivi, e soprattutto offrire agli italiani una cosa che capiscono — i denari — e farlo molto vicino alla scadenza elettorale, perché la memoria è breve. Mi sembra, in altre parole, un tipico caso di voto di scambio.
La storia, tuttavia, dimostra che il principale effetto di questa vittoria sarà sulle prossime campagne elettorali. Allora si vedrà chi offrirà 90, chi 100, chi 200, con il piccolo dettaglio che verosimilmente la fonte di quei denari non saranno risparmi sulla spesa pubblica (o sui costi della politica) ma piuttosto nuove imposizioni fiscali. Cambiano i modi, dunque, ma non la sostanza: tassa e spendi, possibilmente per comprare bacini elettorali.
Scelta Europea, L’unico schieramento liberale e con un programma abbastanza solido, non è andato oltre l’1%, dimostrando che ancora una volta i liberali hanno un’idea totalmente irrealistica dell’elettorato che stranamente preferisce avere 80 euro da spendere in abbonamenti Sky che disssertare sul neo-keynesismo sotto l’ombra di un faggio. I tempi in cui un Giannino qualunque infiammava le piazza gridando contro uno stato ingiusto e ladro sembrano lontani decenni.
Il problema di fondo, dunque, rimane, e non ha a che fare con la classe politica ma con l’elettorato. I tassisti votano in blocco per chi li protegge da una app che mette in discussione il loro monopolio, i dipendenti pubblici per chi gli garantisce il bonus in busta paga, i giovani per chi promette il reddito di cittadinanza. Bisognerà aspettare che ogni possibilità di regalia sarà esaurita per ottenere un voto responsabile o assisteremo al consolidato gioco del do ut des anche quando non ci sarà più nulla da dare..?
La democrazia bruta non offre scampo. A tale elettore corrisponde tale offerta politica, finis. Fintanto che le istituzioni saranno frutto di queste regole non c’è ragione di pensare a strane rivoluzioni culturali che informino e responsabilizzino la cittadinanza. Questo non accadrà, e i Renzi di turno lo sanno bene.
Polidori
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