Uno strano lancia-Razzi per il PDL

Non so se Giuseppe Cruciani sia un genio, ma di certo quel che ha fatto ieri è geniale. Scandendo chiaramente che «della par condicio non ce ne frega niente», ha concesso ieri a la Zanzara (trasmissione su Radio24 che fa gli ascolti di un TG delle 20) un tempo del tutto inaudito – qualcosa come 20′ o più – a un signore, candidato al n.4 in Abruzzo per il PDL, che molti ricorderanno.

Si tratta dell’on. Antonio Razzi, classe 1948, già in forza all’Italia dei Valori (tra breve sarà chiaro quale genere di valori) e che a metà legislatura cambiò casacca insieme a Scilipoti ed altri, per evitare l’imminente caduta del governo Berlusconi, reso traballante dopo l’esodo dei finiani.

Come reso noto da un filmato “rubato” e senza dover per forza postulare una compravendita di parlamentari (come pure è stato ampiamente ipotizzato) i motivi di questo cambio di schieramento furono non propriamente politici:

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Come ho già avuto modo di ricordare, non è un mistero che il Porcellum favorisca la candidatura delle persone ritenute fedeli alla leadership di un partito piuttosto che delle eccellenze e che abbia portato la percentuale dei laureati in parlamento al 65% contro il 90 e passa di tutte le democrazie occidentali.

Consci della coerenza politica e della probità del soggetto e ascoltando i suoi costanti litigi con la lingua italiana (e forse anche con la logica) nei suoi interventi parlamentari, viene spontaneo chiedersi quali siano i criteri di scelta dei candidati per PDL:

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Durante il suo lungo intervento a La Zanzara, il Nostro ci ha regalato alcune espressioni memorabili, come quella secondo cui Berlusconi è il «Messia mandato da Dio per salvare l’Italia e anche l’Europa», e che «menomale che c’è Berlusconi in questo millennio, perché altrimenti avremmo dovuto aspettare un altro millennio per avere una persona come lui», e così di seguito passando per la proposta di elevare un monumento a Berlusconi a l’Aquila (ma perché non costruire un tempio di Silvio Capitolino?).

Cruciani, perfettamente consapevole che questo fiume in piena fosse talmente auto-distruttivo da non costituire campagna elettorale, lo ha lasciato parlare a oltranza. Ora, sebbene la legge sulla Par Condicio sia probabilmente meno intelligente di lui – io credo che comunque formalmente abbia sbagliato – non si può non ammettere che Cruciani sia stato geniale: non solo per gli ascolti (buon per lui), ma soprattutto perché ha ricordato agli elettori del PDL che genere di parlamentare produrrà il loro voto.

Il caso di Razzi, infatti, non è affatto isolato, e da questo si capisce più chiaramente l’isteria di altri “impresentabili” lasciati fuori dalle liste (perché loro si e io no?). Infatti il Presidente Berlusconi, che pure aveva promesso che non avrebbe candidato nessuno della giunta della Regione Lazio dopo l’affaire Fiorito, ha ricandidato nientemeno che  Mario Abbruzzese, presidente del Consiglio Regionale uscente (PDL), già coinvolto nell’inchiesta sulla spartizione dei 20 milioni dei fondi regionali  e dotato di 2 auto blu, oltre che indagato per concorso in abuso d’ufficio.

A prescindere dalle valutazioni elettorali che ognuno farà serenamente – non mi interessa affatto fare campagna elettorale contro il PDL – questi casi ci fanno riflettere su quanto la nostra democrazia presenti una necessità ormai ineludibile di una vigorosa iniezione di meritocrazia. Un’armata di pupazzi che ha difficoltà a coniugare un congiuntivo e il cui voto è sempre deciso dal capogruppo è un inutile costo per collettività e un oltraggio alla decenza.

Servono riforme costituzionali, ora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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