Italia Aperta in pillole
Entrando alla presentazione di Italia Aperta, think-tank animato da Alessandro de Nicola (FARE) e che vede la partecipazione di altre personalità di spicco come Pietro Ichino (Scelta Civica) e Nicola Rossi (Italia Futura), la prima sensazione è quella della familiarità: alla fine, l’universo liberale e riformista è fatto sempre dalle stesse persone, magari rimescolate, ma più o meno sempre quelle.
Se poi, da un lato, conoscere per nome metà della sala ti fa sentire in qualche modo a casa, dall’altra è evidente che esiste un problema, e non mi riferisco al fatto che abbiamo più think-tank che “thinkers”, quanto a quello, ben più cogente, che le rivoluzioni difficilmente partono dalla turris eburnea o dal cenacolo di pochi illuminati, pur animati dalle migliori intenzioni.
C’è di più. Per fare il rating ai DDL o ai decreti del governo (questa la mission di Italia Aperta) ci vuole competenza, persone e soprattutto un sacco di tempo, specie se poi vicino al giudizio devi metterci la faccia, e c’è ragione di dubitare che De Nicola &.C. dispongano di questa preziosissima risorsa e, se proprio non avessero altro di meglio da fare, vogliano chiudersi pomeriggi interi a valutare (gratis) dei DDL sapendo che nella migliore delle ipotesi ad ascoltarli saranno i soliti quattro.
Stanti queste premesse i casi sono due: o tutti questi signori sono impazziti, oppure questo Italia Aperta è una facciata che schiude un’anticamera di un più vasto progetto di aggregazione riformista, come si è potuto evincere dalle parole di Pietro Ichino a proposito della nuova piattaforma Rete Lib che sarà lanciata la settimana prossima con la finalità di aggregare associazioni, think-tank e gruppi di ispirazione liberale.
Nell’attesa che la storia ci dica come andrà a finire, mi chiedo solo chi abbia organizzato l’ufficio stampa dell’evento, pubblicizzato (ad es. qui e qui) come ritrovo di ex membri di FARE e anti-boldriniani incalliti, insomma una conventicola carbonara inneggiante Giannino. In realtà, a parte una divertente gag di Riccardo Gallo (esilarante come al solito), di Giannino non si è proprio parlato e di ex non ce n’erano affatto, mentre ho contato almeno tre membri della Direzione Nazionale, il presidente della direzione regionale del Lazio, e almeno un’altra ventina di “fattivi”.
Ma si sa che il complottismo – purché sia liberale, s’intende – non passa mai di moda..!
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